FINANZE - NEWS http://finanze.net NEWS it info@finanze.net info@finanze.net FINANZE RSS Feed Generator La primavera delle trimestrali: uno sguardo alle valutazioni Un mese fa, il 27 febbraio, il nostro sito pubblicò una nota dettagliata, a commento dei livelli massimi del rally, toccati qualche seduta prima (il 18 febbraio: "Come fanno a volare così in alto?"). Ora la Borsa USA è tornata vicina a quei livelli, e vale la pena di riprendere quei ragionamenti: specie perché in Europa le Borse ormai passano la mattina su posizioni neutre o difensive, in attesa dell'apertura USA, che poi quasi ogni giorno trascina tutto verso l'alto. Come scrivemmo già il 27 febbraio, quello che, secondo le grandi banche di intermediazione, spinge il rally USA è il livello dei profitti, che potrebbe toccare, nel terzo trimestre 2011, il livello massimo assoluto. In termini di indice S&P 500, si parla di 91$ per azione (qui l'azione in quiestione ovviamente è fittizia, ovvero è una "porzione" dell'indice). A fine anno 2011, si arriverebbe a 95$. Tutto questo ci porta a un rapporto P/E, ovvero prezzo utili, pari a 13,5, contro la media di 15,7 dal 1900 ad oggi. Il mercato, sulla base di questo dato, non è caro, ed un rialzo fino a 1500 è pienamente giustificato: infatti sulla base di 95$, ed assumendo un P/E di 15, si arriva proprio a 1500. Questo è l'obiettivo indicato ad esempio da Goldman Sachs. E' molto semplice dimostrare che questo è un argomento commerciale, fatto dai grossisti di un'industria che per sua stessa struttura è costretta a vendere posizioni lunghe, ovvero è costretta a parlare all'investitore solo per convincerlo a "comperare" qualche cosa. Non è mai il momento di vendere. Perché diciamo che questo è un argomento commerciale? Sarà sufficiente possedere nozioni base di finanza per vederlo. Ecco qui di seguito alcuni elementi: 1. gli utili hano raggiunto un livello più alto che mai, in termini nominali, così come il prodotto nazionale USA è tornato, in termini nominali, al medesimo livello del 2007: grazie a che cosa? guadagni di produttività ed efficienza, oppure l'azzeramento del costo dei finanziamenti e un livello senza precedenti di spesa pubblica in deficit? 2. gli utili hanno raggiunto il livello più alto che mai, ma quale è la qualità di questi utili? ad esempio, il settore finanziario (che è quello con il peso maggiore sull'indice) che utili ha prodotto? se la Federal Reserve ritornasse alle banche quanto ha acquistato da loro a prezzi fuori mercato, tutti gli utili scomparirebbero (insieme a una buona fetta del capitale): quindi, si tratta di utili "contabili"; e non parliamo poi degli assets garantiti da immobili, perché lì davvero non la finiremmo più 3. in un corso base di finanza, spiegano che per la valutazione dei titoli azionari occorre utilizzare la media degli utili dei prossimi 5, 10 oppure 20 anni: è ragionevole assumere che il livello attuale di utili è sostenibile in futuro? il peso degli utili sul prodotto nazionale è salito all'8,5%, e ci pare difficile vedere uno spostamento ulteriore del reddito a favore delle aziende e a danno delle famiglie; in aggiunta, è difficile proiettare questo costo del denaro e questa spesa pubblica su di un orizzonte di 10 anni. il sistema economico intero finirebbe fuori controllo Tutti questi argomenti, per la verità abbastanza banali, sono semplicemente ignorati: nelle ricerche delle maggiori banche di investimento semplicemente non ci sono. Al lettore e investitore viene presentato un quadro che è tutto concentrato sul prossimo trimestre, e sugli utili del 2011. Proprio come si è fatto da 30 anni a questa parte: non è cambiato nulla. Rimosso del tutto anche il fatto che solo 12 mesi fa tutti definivano la crisi in atto come crisi del "balance sheet", ovvero come una crisis generata proprio dagli squilibri patrimoniali: oggi, conta solo il conto economico, e tutto il resto va ... sotto il tappeto. Anche se quella crisi, la crisi del "balance sheet" determinò una caduta degli utili delle aziende dello S&P del 92%: un dato che è sbagliato mettere del tutto da parte, perchè oggi il livello degli utili è più alto del 59% rispetto alla propria stessa media degli ultimi 10 anni. Prima, si era vista una differenza del genere solo nel 2000 e nel 2006. In conclusione, vale la pena di sottolineare il fatto che gli analisti delle stesse banche di investimento hanno ridotto anche questo trimestre (ed è il quarto consecutivo) le attese per gli utili da intermediazione delle loro stesse banche! Gli utili per azione delle cinque maggiori banche di investimento sono visti in calo del 25% sui 12 mesi.. Siamo dunque al cane che si morde la coda: le banche di investimento puntano sugli utili (P/E) per fare i loro stessi utili. Una spirale molto rischiosa. Indicazioni operative, in questo contesto di mercato? Ricordate che il vostro portafoglio necessita anche di una gestione attiva dei rischi, e non soltanto dei rendimenti potenziali. E fate buon uso delle nostre liste titoli azionari, le cui valutazioni attribuiscono un ruolo anche ai dati patrimoniali. http://finanze.net/news-La_primavera_delle_trimestrali_uno_sguardo_alle_valutazioni-2418.html Mon, 4 Apr 2011 00:00:00 GMT