FINANZE - NEWS http://finanze.net NEWS it info@finanze.net info@finanze.net FINANZE RSS Feed Generator Lo stallo della telefonia: il caso Vodafone Il britannico Vodafone è il più grande operatore mondiale di telefonia mobile. Può vantare un fatturato superiore ai 35 miliardi di sterline, collocandosi al secondo posto per numero di clienti, saliti al 30 settembre 2005 a 171 milioni. Con una capitalizzazione di quasi 72 milioni di sterline, è il quinto titolo nell’indice Ftse 100, detenendo la leadership all’interno del Msci Global Telecom Services Index. Il colosso inglese guidato da Arun Sarin è un operatore globale, con interessi in 26 Paesi e partecipazioni di controllo in Germania, Italia, Inghilterra, Spagna e Giappone. Un gruppo che, inoltre, possiede il 45% dell’americana Verizon Wireless e il 44% della francese Cegetel. Il gigante in questione dovrebbe chiudere il 2005 in linea con le aspettative. Il titolo, però, in occasione della diffusione dei dati semestrali, ha perso il 10% in una seduta, in quanto il Ceo ha offerto una visione piuttosto cauta per il prossimo esercizio, pur prevedendo ricavi in crescita fra il 5 e il 7% con margini in leggera flessione. Si tratta di cifre non disdicevoli, anche se nascondono il vero dilemma che Vodafone e l’intero settore devono affrontare: giro d’affari stagnante con pressioni sui margini, a causa dello stadio di maturità raggiunto dalla telefonia mobile in Europa occidentale dove il gruppo realizza circa il 65% di ricavi e utili lordi. Un tale scenario è originato da una pluralità di fattori: dalla saturazione di un comparto dove la penetrazione ha raggiunto il 95% alle pressioni sulle tariffe, sulle quali agiscono l’intervento del regolatore e l’offensiva dei nuovi entranti. Ed è proprio per contrastare una simile situazione che l’azienda inglese ha messo in atto una serie di operazioni con la finalità di espandersi nei mercati di nicchia del Vecchio continente, del bacino mediorientale e dell’Estremo oriente. Negli ultimi mesi, Vodafone ha infatti acquisito Oskar Mobil nella Repubblica Ceca e Mobifon in Romania. Ha inoltre rilevato un ulteriore 15% di Vodacom Sudafrica, il 10% di Bharti, gestore leader nell’immenso mercato indiano, e assunto attraverso un’asta pubblica l’operatore turco Telsim, mentre ha ceduto l’asset svedese a Telenor. Una massiccia campagna acquisti che potrebbe continuare nel 2006 e che potrebbe mutare il profilo di Vodafone, anche se la reazione degli ambienti finanziari è stata tiepida per via di diversi fattori. Da un lato, le acquisizioni sono state pagate ad un prezzo pieno, mentre non sono state ancora risolte le problematiche correnti in Francia, Stati Uniti e Giappone. La coabitazione in terra francese con il gruppo mediatico Vivendi è probabilmente destinata a proseguire, alla luce dei successi riscossi dal piano di ristrutturazione attuato dal Ceo Jean-René Fourtou. Appare ora infatti assai improbabile, almeno a breve, la vendita delle attività di telefonia, unico vero motore di crescita. Occorre in ogni caso ricordare che la Francia rappresenta il Paese europeo a più elevati tassi di sviluppo e in tale area Vodafone è presente solo attraverso la citata partecipazione di minoranza. Negli Stati Uniti, la società di Arun Sarin è presente con una quota minoritaria in Verizon Wireless, leader indiscusso sul mercato americano e realtà in cui si sta verificando una situazione di difficile comproprietà con l’azionista di maggioranza Verizon. La preoccupazione principale espressa dagli investitori risiede però nella crisi in cui versa il business giapponese e nell’incapacità del management a riportare sui binari della redditività tali asset. Ed è proprio in questo scenario che si rafforza il fronte di coloro che spingono verso l’uscita da un’area nella quale le iniziative di ristrutturazione non riescono a produrre i frutti sperati. a cura di Cornèr Banca SA http://finanze.net/news-Lo_stallo_della_telefonia_il_caso_Vodafone-702.html Tue, 7 Feb 2006 00:00:00 GMT