Versione per stampa |
04-05-2018
Assemblea Tim, Decisiva Per un Governo o Elezioni
Bollorè indebolito dalle recenti vicende giudiziarie, le possiblità che Elliott, già a fianco di Berlusconi nella trattativa sul Milan, la spunti, sono più alte, soprattutto per l'appoggio di CdP. La Cassa ha comprato il cinque per cento in Tim per favorire lo scorporo della rete e sostanzialmente consenitre allo stato di mettere le mani sulle tariffe telefoniche (secondo le stime della commissione europea mancano cinque miliardi rispetto ai conti presentati dal governo italano). Scorporare la rete però vuol dire levare le garanzie reali che le banche hanno per coprire le linee alla azienda e che rappresentano più di quattro volte il suo capitale. Se si scorpora la rete Tim è tecnicamente fallita a meno che non venga consolidata in Vivendi. In quel modo si affosserebbe Bollorè anche sulla partita Mediaset. Ma certo il finanziere bretone non si fermerebbe lì perché mezzi giuridici per far valere i diritti in assemblea, visto che detiene la maggioranza in Tim, ce ne sono eccome. Comunque vada non vince certo il contribuente: nel caso vinca Elliott i cittadini vedranno le bollette telefoniche (fisso o mobile, l'ultimo miglio è di Tim) alzarsi e un altro buco nei bilanci delle banche. Se vince Vivendi gradualmente si assisterà ad una concentrazione media tecnologia che impatterà negativamente sui costi di fruizione dei contenuti. Politicamente la vittoria di Elliott favorirebbe un governo ammucchiata che Mattarella cerca di promuovere invece di nuove elezioni: Renzi e Berlusconi i principali attori della battaglia su Tim, avrebbero un accordo soddisfacente per le parti e sarebbero molto probabilmente pronti ad un governo di tutti. Cui a quel punto Salvini aprirebbe, con la giustificazione della necessità di lavorare ad una legge elettorale. |