Se è vero come ha detto Draghi l'altro giorno che l'acquisto di debito di stati membri rientra nelle competenze della BCE nel caso in cui la sua dinamica condizioni negativamente la politica monetaria, oggi la BCE dovrebbe rompere un tabù storico e intervenire anche sul primario per le aste dei BTP lunghi, in assegnazione sino a 5,5 miliardi. Non basterebbe infatti giovedì diminuire il tasso sui depositi o riammettere il debito del governo greco alle operazioni di prestito titoli per mantenere l'ottimismo degli ultimi due giorni di borsa. La crisi non è piuù solo una questione di tassi, la Gran Bretagna è di nuovo in recessione nonostante il decennale sia al minimo storico dei rendimenti, è soprattutto una questione di convergenza tra politica monetaria e fiscale. La settimana scorsa sembra che i rappresentanti politici abbiano dichiarato in forma privata che non ci sono le condizioni per annunci decisivi da parte di Draghi questa settimana, ma la forte critica di Juncker stamane alla Germania potrebbe portare i tedeschi a qualche forma di compromesso, cui il numero uno della Bundesbank sembra invece poco propenso a scendere. Ma sono più i fatti che le dichiarazioni che ora contano: se l'asta italiana oggi dovesse andare bene, probabilmente la Bce sarà intervenuta a supporto, smarcandosi parzialmente dall'influenza tedesca e aprendo forse la strada ad una corsa dei mercati di quelle che accadono raramente. |