Tavolo di lavoro ieri senza conclusione alla presenza del rappresentante delle Fondazioni, di Cdp e delle due banche principali. Sembra l'orientamento sia quello non di immettere denaro nelle banche da ricapitalizzare ma di fornire la garanzia della Cdp, in cui le Fondazioni sono state più o meno costrette, nel corso del tempo, a partecipare con un 30% di quota. Di aprtecipazioni dirette delel fondazioni negli istituti tecnicamente falliti, come MPS o Carige, non sembra Guzzetti sia ancor disposto a parlare, anche se la situazione è di tale gravità che prima di un fallimento potrebbe decidere di sacrificare parte dell'ingente liquidità di cui queste istituzioni dispongono. Sulla garanzai Cdp, che non comporterebbe quindi esborso di denaro, bisognerebbe prima ricapitalizzare Cdp che di partecipazioni con ingenti perdite in portafoglio, tipo Saipem ne ha già parecchie. Anche se non rientra nel perimetro di Consolidamento del bilancio pubblico, poi la conclusione che si tratti di una implicita garanzia statale sarebbe facilmente tratta dall commissione Ue. E'possibile che in questi giorni si assista a rimbalzi temporanei sul settore, oggi passa la fiducia sul progetto praticamente obbligatorio di accorpamento delle Bcc, le penali da pagare per stare fuori sono davvero ingenti. Tra l'altro di queste banche nessuno parla ma complessivamente sono un'altro problemino stile MPS, con obbligazioni subordinate al passivo per qualche decina di miliardi. Siamo dopo molti anni di inutili trascinamenti al redde rationem per il sistema bancario italiano: o le Fondazioni aprono la borsa oppure qualche istituto dovrà cadere. |