31-03-2006

Banche italiane, tanto rumore per nulla

Alcune banche itaiane sono state negli ultimi mesi al centro di continue speculazioni che le volevano in aggregazioni volte ad assumere la massa critica necessaria per competere in Europa. Due dei migliori titoli del listino, Capitalia e Banca Popolare di Milano, sono appunto cresciuti enormementi nell'ipotesi di diventare la prima preda, probabilmente di Banca Intesa, la seconda predatore, di altre popolari.
Nel primo caso l'amministratore delegato di Capitalia ha dichiarato recentemente, dopo aver impiegato parte dei Mezzi propri dell'azienda per acquistare azioni di Banca Intesa per contrastarne una possibile scalata, che le aggregazioni sono per il suo gruppo un'opportunità ma non una necessità.
Il secondo caso, ancora più fantasioso perchè acquisire il controllo di una popolare con il mecccanismo del voto capitario (un voto una testa) è tutt'altro che evidente, ha riportato alla luce il vecchio problema della riforma degli statuti delle popolari.
Quello che invece viene poco detto è che con l'introduzione a partire dal 2007 di norme contabili IAS (pricipi contabili comuni per gli stati dell'unione) le banche dovranno dare un valore di mercato a tutte le poste patrimoniali incagliate. Questo risulterà in media in significative minusvalenze per il sistema.
Sarebbe meglio procedere ad aggregazioni oggi prima di svelare nei prossimi anni bilanci molto meno brillanti di quanto promesso.


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