I titoli di stato italiani rimangono a cinquecentopunti di Spread; anche se le perdite sul portafoglio di investimento valorizzato a costo delle banche non si vedono, pesano sulla loro capacità di approvvigionarsi sul mercato interbancario internazionale. Secondo nostre stime, le banche italiane avrebbero bisogno di una trentina di miliardi di aumenti di capitale nell'immediato, per riuscire a tornare sul mercato con ragionavole tranquillità. I problemi italiani si aggiungono a quelli del sistema euro dove da qualche giorno assistiamo a due circostante drammatiche. La prima, se provate ad effettuare operazioni a termine di vendita euro contro dollari, riceverete un cambio a termine per il dollaro a premio ianziché a sconto sull'euro nonostante il differenziale dei tassi sia a favore dell'euro: il mercato chiede un premio di Rischio per detenere euro, mai capitato nella storia della moneta unica. La seconda, emittenti di prima qualità come la BEI, solo per avere la E di euro nel loro nome, pagano tassi in divise estere sino a duecento punti base sopra alle emissioni governative di quei paesi: succede in Canada, in Australia, in Brasile, per fare alcuni esempi. Si sta creando finalmente consenso sul fatto che la BCE debba intervenire stampando moneta, ma è un passo che si può chiedere solo quando il governo Monti imboccherà una strada più decisa. I venti miliardi di manovra annunciati sono meno di un decimo di quello che serve. Prima bisogna trovare le risorse all'interno, se non con una patrimoniale, chiudendo il mercato dei titoli di stato per un anno e facendoli sottoscrivere agli Italiani. Questo renderebbe il Tesoro non più ricattabile dal mercato: gli Spread scenderebbero così come le perdite potenziali in pancia alle banche, che tornerebbero a potersi approvigionare di liquidità sul mercato. A quel punto potrebbe intervenire la BCE. Non è più la stagione dei piccoli passi, il governo Monti deve fare presto: è folto di persone competenti, ma contro fenomeni di psicologia di massa come gli attuali bisogna cambiare decisamente marcia. |