A forza di rimandare le decisioni si è arrivati al punto di rottura, quelllo dove BCE, UE e governo italiano non possono che azzuffarsi l'uno con l'altro, sino ad una sempre più probabile corsa ai depositi delle due banche. Nonostante il livello delle sofferenze ecceda due volte quello del capitale (attenzione perchè oltre che a MPS è così a Carige, a Banco Popolare e in molte BCC) la BCE, non sapendo cosa fare dichiara solventi, quindi ricapitalizzabili i due istituti. Questo esclude l'intervento di salvataggio del Meccanismo Europeo di Stabilità che avrebbe comportato un sostanziale commissariamento dell'Italia. Ma porta la palla in un campo dove non si può più giocare: uniti a quelli che servono per MPS il governo italiano dovrebbe tirare fuori circa quindici miliardi di soldi veri: la "manovrina" di Padoan fa sorridere in confronto ai numeri in gioco. Anche in seno UE e del governo italiano nessuno vuole prendersi una responsablità, quindi come nel caso di MPS si cerca di rimandare all'infinito l'aumento di capitale: se a questo punto i correntisti non chiudono i loro conti non potranno che biasimare se stessi perchè la strada verso il fallimento, in assenza di un intervento maturo delle istituzioni che preveda un commisariamento dell'Italia, ammesso che la Germania ne voglia sopportare l'onere, è segnata. E pensare che un anno fa di questi tempi si parlava di Atlante, il principale azionista delle due banche come il meccanismo che avrebbe "messo in sicurezza" il sistema. |