Come prevedibile nulla di fatto, l'aspettativa sul quantitative easing assomiglia all'araba fenice del OMT sempre promesso e mai realizzato dalla Bce. Le novità sul lavoro in Legge di Stabilità (che facilitano parità di trattamento tra lavoratori autonomi e non ma non la creazione di posti di lavoro) oltre alla"facilitazione" al rientro dei capitali (le sanzioni applicabili sono del tutto confuse e non crediamo porteranno a grandi flussi in entrata) fanno pensare che ora sia davvero il rielquilibrio dei conti pubblici e non più la politica monetaria l'unica condizione adatta a creare le condizioni per una ripresa altrimenti impossibile. Poche ore dopo la conferenza di Draghi gli analisiti si sono lanciati in interpretazioni su eventuali tatticismi legati al possibile lancio di misure non convenzionali, ma la realtà è che per queste misure, senza un passaggio sulla Alta corte tedesca non vi è nessuno spazio di introduzione. ANche qualora i tedeschi fossero d'accordo un vero quantitative easing prenderebbe non meno di sei mesi prima di essere approvato, senza quelle misure di condizionalità imposte agli stati che rappresentavano l'essenza del mai nato OMT. |