Sia esportazioni che importazioni sono salite ma le prime più delle seconde riducendo di circa quattro miliardi di dollari il deficit commerciale (le esportazioni sono 5,5 miliardi in più che ad agosto). Larga parte dei quaranta miliardi rimasti sono strutturali e ancora poco comprimibili, attribuibili come sono a uno sbilancio nei settori dell'energia e dell'alimentare. Stati Uniti, Brasile, Australia, Giappone più di recente Turchia (dopo il passaggio del suo debito ad investment grade) si accorgono che il tasso di cambio relativo conta per ripristinare crescita. L'Eurogruppo no. |