Oramai e' inteso che al sopraggiungere di cattive notizie (dopo che Brexit aveva avuto un impatto serio sui mercati) le grandi istituzioni finanziarie, lo anticipavamo domenica prima dell'esito del referendum, si impegnano a costruire una storia, che in effetti non esiste, per trasformare scenari pessimi in "opportunita" di acquisto. E'stato vero con la vittoria di Trump negli Stati Uniti, e' vero oggi, da Goldman Sachs a Saxo Bank, escono le analisi piu' deliranti e superficiali del perche' le banche italiane sono una grande occasione: proprio nel giorno in cui viene data quasi per certa la nazionalizzazione di MPS, si specula sulla possibilita' che il Tesoro materializzi venti miliardi (di nuovo debito) per intervenire nelle istituzioni piu' problematiche. Il quasi tredici per cento di Unicredit, sulla notizia di un possibile Dividendo di Pioneer che per definizione andrebbe a diminuire il prezzo di vendita, quindi neutro per l'azienda, e' emblematico. Forse domani usciranno analisi sul perche' lo stato "a titolo precauzionale", iinterverra' anche in Unicredit. Queste fiammate sono tese a convincere il piccolo risparmiatore ad aderire agli aumenti di capitale. Il meccanismo si ripete all'infinito da anni e sembra comunque funzionare sempre, con buona pace di Consob e Banca d'Italia. Ora se questa operazione funziona si cerchera' poi di sostenere il prezzo di Poste che ha bisogno di soldi e certo non puo' andare sul mercato a quasi il quindici per cento meno della prima tranche. Il piccolo risparmiatore compra, come nel caso di Enav per poi trovarsi dopo qualche mese perdite ingenti. Nonostante un voto di protesta che chiaramente viene dalla gente piu' penalizzata in termini economici dal sistema, nulla sembra essere cambiato in questa settimana post referendaria. |