Come illustrato nella newsletter di ieri, dalla sconfitta dell'amministrazione americana sul piano sanitario deriva immediatamente la impossibilità di ridurre il carico fiscale e di rilanciare il piano di infrastrutture che tanto ha fatto correre alcuni settori. Ora tra gli arnesi, non molti rimasti, di cui dispone Trump per "rendere l'America di nuovo grande", c'è una pesante svalutazione competitiva. Le pressioni aumenteranno in particolare nei confronti del'Europa e non è escluso di vedere nelle prossime settimane l'euro sopra 1,10 con il dollaro. Crediamo che nella correzione di borsa che quasi inevitabilmente sta per iniziare saranno i settori che hanno corso molto a soffrire, mentre invece quelli dimenticati dall'euforia Trump, il farmaceutico, le energie alternative, la grande distribuzione dovrebbero tenere molto meglio, se non addirittura salire. Nel primo caso, con la sopravvivenza di Obamacare, le case farmaceutiche potranno continuare a contare sul ticket pubblico per coloro che hanno fatto ricorso all'assicurazione obbligatoria. Per le energie alternative, diminuirà la foga produttiva nel settore petrolifero http://www.calculatedriskblog.com/2017/03/oil-incredible-strength-in-rig-additions.html e per tanto lasciare spazio a un rinnovato interesse in particolare nel fotovoltaico, in presenza di un prezzo del petrolio che dovrebbe stablizzarsi o crescere marginalmente. La grande distribuzione infine è stata molto penalizzata dalle forti aspettative di rialzo dei tassi, che da oggi crediamo saranno molto, molto ridimensionate: con conseguente indebolimento del dollaro. |