Le pressioni sui dipendenti di BPM per votare a favore della fusione sono enormi, ma vale forse la pena di ricordare ancora che Banco Popolare ha circa cinque volte i crediti in sofferenza e circa il cinquanta per cento di sportelli in piu' quindi davvvero non ha senso neanche prendere in considerazione una fusione soprattutto se alla pari. I sindacati, che tipicamente salvaguardano gli interessi dei lavoratori anziani, da cui arrivano prevalentemente le iscrizioni, a scapito di quelli giovani hanno pero' trovato un accordo sui tagli con la direzione. I dipendenti che pensano di non essere taglliati quindi voteranno, in modo miope, per la fusione, anche se post fusione non e' affatto chiaro che i tagli si limiteranno a quelli imposti. Gli unici che non hanno grandi pressioni interne sono i pensionati che pero' sembra si disinteressino del voto. E la alternativa, molto migliore per BPM, pare esisterebbe in Bonomi, con meno tagli per il personale e un piano di spessore per l'istituto. |