Come spiegato alla sezione domande frequenti, oltre ad adottare i principi della formula di Greenblatt, questo sito impone altre due limitazioni relative al tasso di indebitamento ed al periodo di osservazione. I due rischi piu' grossi in questo momento nel selezionare aziende sono quelli di lavorare con dati vecchi di qualche mese e di sottovalutare le difficolta' di finanziamento che aziende indebitate incontreranno di nuovo, se come pensiamo sono le banche europee prima dell'euro a dovere essere salvate. I titoli del comparto delle energie rinnovabili (uscira' un nostro pezzo sabato prossimo su Borsa&Finanza su titoli del settore in giro per il mondo) sono molto sotto pressione in questi giorni, in particolare in Europa, per lo spettro che gli incentivi statali vengano fortemente ridotti in questo momento di finanze pubbliche allo sbando. In piu' il prezzo del petrolio sta scendendo ed e' probabile che come successe nella crisi precedente (la' il prezzo arrivo' a poco piu' di trenta dollari, contro i circa 75 attuali), si facciano ora meno investimenti nel rinnovabile. I combustibili fossili inquinano uguale con il petrolio a 30 o a 150 dollari, ma il tema dell'energie alternative viene affrontato con piu' interesse quando il costo opportunita' aumenta. Corre piu' rischi a nostro parere l'eolico (i titoli di Gamesa sono davvero precipitati) del fotovoltaico. Diversi produttori del solare fotovoltaico iniziano a parlare di un costo di produzione per kilowatt analogo a quello tradizionale gia' a partire dal prossimo anno; il problema di sussidiare una riconversione alle rinnovabili tende quindi a scomparire per questo segmento. Se questo succede, invece di parchi solari o eolici, che vendono energia al gestore in cambio di un sussidio, assisteremo sempre di piu' a installazioni casa per casa, che per il solare sono meno brutte da vedere che per l'eolico. Il problema dell'immagazzinamento eventuale dell'energia diventa meno difficile da risolvere perche' non occorre in questo caso farle fare centinaia di chilometri. Delle aziende di questo segmento vale la pena di guardare a quello integrate verticalmente, che quindi lavorano al silicio, elemento scarso oltre che agli impianti. Devono poi essere poco indebitate. Qualche hanno fa scommettevamo, sbagliandoci, che Yingli Green Energy, produttore cinese, sarebbe esploso: l'azienda pero' si e' molto indebitata (con prestiti garantiti dallo stato, prima o poi anche le banche cinesi qualche problema lo avranno), per costruire impianti che in larga parte sono voluti dal governo cinese. Centrotherm photovoltaics e' un'azienda tedesca che ha sia i reattori per la produzione di silicio solare che gli impianti che fanno celle e, tecnologia piu' economica anche se meno efficiente "film" di silicio da applicare ad esempio sui tetti. Offre infine assistenza chiavi in mano sulle installazioni. L'azienda ha una forte presenza in Asia, non ha debiti e vende vicino ai minimi degli ultimi dodici mesi. Lo scorso anno il fatturato e' aumentato del 34% ma l'utile e' diminuito del 17% (i margini del settore continueranno a scendere perche' i prezzi diminuiscono). Ha un management dinamico, guidato da una giovane donna ed un azionariato che comprende istituzionali, in prevalenza fondi, di case lontano dalle bufere che hanno coinvolto il sistema finanziario. A 20 volte gli utili non e' cosi' a buon mercato per cui si potrebbero fissare obiettivi di prezzo in acquisto un po' piu' bassi. Ma e' un'azienda da tenere d'occhio. |
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