Siamo sempre molto scettici sulle prospettive dei titoli delle compagnie estrattive, nel cui settore i titoli già recensiti (Royal Dutch Shell e Exxon), rappresentano comunque le nostre migliori alternative. In generale, crediamo che alle compagnie stia capitando di essere progressivamente schiacciate tra un crescente costo di estrazione derivante da un'attività esplorativa sempre più diversificata verso zone politiche non a Rischio, e l'industria, che pur avendo dimostrato di poter convivere con un prezzo del petrolio a 70 dollari, sta progressivamente diversificando su fonti alternative. Chevron ne è un caso esemplare. In gara per la realizzazione insieme a Gazprom di un viadotto per il gas naturale nel mare di Barents, vedrebbe nell'eventuale fallimento di tale progetto un serio limite alla propria capacità di crescita/diversificazione. |