Il presidente di Consob esclude l'obbligo di Opa da parte di Telefonica sulla base di due tesi davvero molto discutibili. La prima che la società spagnola non vada a disporre del 30% delle azioni con diritti di voto. Pero' la norma parla di un'ipotesi alternativa, che è quella dell'influenza dominante e non c'è dubbio che Telefonica in questo caso la eserciti. La seconda obiezione è che per ora le azioni che sottoscrive Telefonica non hanno diritto di voto (sino al primo gennaio 2014), astuzia proprio volta ad evitare che scattasse automoaticamente l'obbligo in presenza della prima considerazione, che evidentemente è chiara anche a chi ha orchestrato questo imbroglio o altrimenti non si sarebbero esclusi i diritti di voto per questi prossimi mesi. Non si tratta infatti di azioni di tipo diverso ma di azioni ordinarie identiche a quelle trattate alla borsa. Nei principi questa operazione assomiglia molto a quella in base alla quale la holding di controllo fu in grado di detenere la maggioranza di Fiat attraverso uno Swap di azioni, che sottraeva al mercato potere di ingerenza per alcuni mesi. Allora dopo qualche anno si individuarono responsabilità per i vertici del gruppo, anche se poi le condanne furono sostanzialmente inapplicabili, data l'età degli apparenti colpevoli. Chi qui la fa più grossa sono le istituzioni finanziarie che cedono le quote in Telco, chissà se le voci di dimissioni di Cucchiani hanno fondamento. |