21-08-2010

Cosa significa l'offerta di BHP per Potash

BHP è un compagnia di estrazione mineraria australiana diversificata in tutto il mondo che estrae e lavora gran parte degli elementi e delle materie usate nei cicli produttivi: metalli ferrosi e non ferrosi, carbone, gas naturali e petrolio, manganese, sino all'uranio (e' in corso in Australia un dibattito politico, oggi ci sono le elezioni, sulla possibilità di ritornare ad esportare uranio verso l'India).
Nel corso del 2009 il fatturato è sceso del 7% mentre le borse correvano in presenze di un apparente ripresa che ora sembra essere proprio stata il risultato di incentivi temporanei.
Potash, di origine canadese, produce fertillizzanti naturali e chimici (gli azotati Derivati dal petrolio).
L'offerta fa parte della follia di un sistema che non consente alla piccola azienda di crescere ma finanzia, o finanzierebbe, un'operazione, di circa 40 milioni di dollari, che rappresenta più dei Mezzi propri di BHP e ne quadruplicherebbe più o meno l'indebitamento (grandi operazioni sono grandi commissioni per le banche che tanto poi il credito lo rivendono ai privati in forma di Cartolarizzazione).
Però la dice lunga su come aziende che hanno molto più dei politici il polso di dove va il mondo vedono il futuro a vent'anni: minore richiesta di risorse destinate al ciclo produttivo e scarsità di risorse naturali destinate all'agricoltura, in particolare di fosforo.
Dovrebbe inoltre fare riflettere, la possibile operazione è al vaglio di varie autorità antitrust, sull'opportunità che la disponibilità di risorse essenziali per il futuro del pianeta siano gestite da oligopoli.
La cosa curiosa è che l'offerta non ha portato ad alcun ragionamento strategico su titoli del settore: K+S, azienda tedesca del settore con numeri molto migliori di Potash, anche se molto più piccola (titolo inserito nei nostri portafogli) è anzi scesa nelle ultime sedute di borsa.

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