24-11-2010

Debito pubblico, perchè se i tassi salgono è peggio di quello greco

Il rapporto tra debiti accumulati negli anni e prodotto lordo interno è per l'Italia uno dei più alti al mondo, dopo il Giappone e si attesta intorno al 116%.
In questa crisi di contagio che sta oramai allargandosi a paesi "troppo grandi per essere salvati" come la Spagna, si parla relativamente poco dell'Italia perchè lo sbilancio corrente tra entrate ed uscite è uno dei più virtuosi -si fa per dire- con un rapporto tra deficit corrente e Pil di poco più del 5%, circa 80 miliardi di euro.
Il Pil italiano vale però circa 1,6 triliardi di euro da cui si desume un valore complessivo del debito dello stato pregresso tra 1,8 e 1,9 triliardi di euro.
Il Giappone ha un rapporto tra stock e Pil molto peggiore del nostro ma i tassi sono quasi a zero per cui il servizio del debito costa molto poco.
Ora se, come è molto probabile, la percezione di Rischio aumenta ulteriormente su Spagna e Portogallo, i differenziali di rendimento tra titoli di stato italiani e tedeschi potrebbero iniziare a salire davvero. Se ad esempio il decennale italiano arrivasse a rendere un punto meno di quello irlandese, intorno al 7%, il costo per interessi sul debito pregresso salirebbe in media di circa due punti percentuali, aumentando lo sbilancio corrente tra entrate ed uscite di circa 40 mliardi. Questo porterebbe il rapporto deficit corrente su Pil a circa l'8%, che andrebbe finanziato a tassi crescenti, perchè la percezione di Rischio salirebbe. La spirale diventerebbe difficlmente reversibile, anche perchè con previsioni Ocse di crescita del Pil italiano di circa l'1% non si potrà contare su maggiori entrate, anche se il fisco sta raccogliendo denaro un po'da tutte le parti con metodi che tuttavia puntano al cittadino come colpevole salvo prova contraria: in uno stato di diritto questo sistema, largamente basato su "redditometri" costruiti in modo del tutto approssimativo, non funziona a lungo.
L'Italia ha convissuto con tassi molto più alti del 7% ma allora l'Inflazione era molto più alta di oggi. I tassi salgono per motivi reali non di Inflazione: in questo senso il debito non viene monetizzato come invece è successo nei casi di iperinflazione "sudamericani".
L'affermazione del ministro dell finanze che l'alto livello di debito pubblico è controbilanciato da un alto risparmio delle famiglie è completamente fuori luogo. Primo le famiglie sono molto più indebitate di qualche anno fa, secondo, molte casse di previdenza, Enasarco è un caso, non sono in grado di pagare le pensioni integrative per cui sono stati versati i contributi, Per l'Inps, la probabilità che un cinquantenne di oggi riceva la pensione a qualche data futura nella sua vecchiaia diminuisce di giorno in giorno: gli eventuali risparmi di oggi devono essere quindi pensati come garanzia nei confronti di un sistema pensionistico che va via via sgretolandosi.
Deriviamo spesso dai commenti dei nostri lettori e dai tipi di servizi che sottoscrivono la percezione che i risparmiatori italiani siano in maggioranza convinti che investire solo in Italia diminuisca i rischi, ma è esattamente il contrario. Se la spirale tassi crescenti/debito corrente si innesca non ci saranno 80 miliardi per "salvare" l'Italia, ammesso che ci siano oggi per l'Irlanda. E comunque non basterebbero



Segnala un amico

Your email address *
Inserisci l'indirizzo email a cui vuoi segnalare *