Oramai i ministeri delle finanze un pò in tutti i paesi fanno marketing dei proprii "prodotti" come si trattasse di aziende commerciali. Non crediamo che negli Stati Uniti la banca centrale rallenterà l'acquisto di titoli sul mercato già a partire da settembre, per i motivi illustrati nella newsletter inviata nello scorso fine settimana, mentre sono giunti commenti da parte del Tesoro statunitense su come gli attuali rendimenti dei titoli di stato siano diventati attraenti. Non si tratta, come invece accade in Europa, di favorire le aste pubbliche che comunque negli Stati Uniti continuano ad andare piuttosto bene. La preoccupazione è invece legata al mercati dei mutui, che è parametrato in termini di tassi al decennale americano. I rendimenti sul decennale sono aumentati di poco meno di un punto oercentuale da quando si parla di uscita della Fed da programmi di "quantitative easing": questo si traduce in aumento ben più che proporzionale sul mercato dei mutui. La circostanza complica inoltre l'eventuale dismissione di titoli legati al comparto immobiliare da parte della Fed, che sono una parte molto significativa dei suoi acquisti sul mercato aperto. Riteniamo pertanto che in un modo o nell'altro i rendimenti sui titoli di stato americano saranno fatti scendere con conseguente apprezzamento dei corsi. Non sarà facile, anche a causa della nuova farsa sulla Grecia, oggi sarà probabilmente trovato il nuovo "accordo" sul prolugamento dei pagamenti al fondo di salvataggio, ma non vi sono alternative. Quando Bernanke parlerà questa settimana potrebbe risultare meno fermo, ovvero ancora più confuso, sulle reali intenzioni della Fed di rallentare gli aiuti al sistema finanziario già a partire da settembre. |