Le cifre variano a seconda di chi si ascolta ma si parla di un totale di contratti tra i trecento e i trecentocinquanta miliardi di dollari siglati tra Arabia Saudita, ansiosa di ritornare a rapporti commerciali e gli Stati Uniti dopo gli anni in cui Obama aveva allentato i rapporti con gli emirati. Al seguito di Trump i vertici di Lockheed Martin, General Electric, Honeywell, delle compagnie petrolifere. Si rafforza la posizione di Trump nonostante tutte le difficoltà interne. Vendere contemporaneamente armi ai migliori amici e ai peggiori nemici del califfato, ieri toni molto più concilianti verso l'Iran riformatore di Rouani, non è esattamente il miglior modo per ristabilre equilibri sostenibili in medio oriente, ma è probabile che ora le grandi aziende che sono sempre le principali finanziatrici delle campagne poltiche spingeranno il senato a un atteggiamento meno aggressivo nei confronti della amministrazione americana. Ci aspetteremmo una settimana di forte rimbalzo sul dollaro. Di grande interesse questa settimana il colloquio tra papa Francesco e Trump, anche per le sorti politiche del presidente. |