Borsa di Tokio a più tre per cento sulla speculazione, dopo le parole di ieri di Draghi a Roma, che la Bce dovrà ulteriormente tagliare i tassi se l'economia europea dovesse peggiorare ulteriormente. La Bce può solo agire su quella Leva, dato che a differenza delle altre banche centrali non può stampare moneta da canalizzare sul sistema produttivo, il suo mandato lo impedisce. L'euro si indebolisce leggermente contro yen nonostante la performance stellare della borsa giapponese, a circa più settanta per cento in pochi mesi, segno che soprattutto a questo livello di bassi rendimenti il denaro giapponese non affluirà in Europa: oggi inizia effettivamente, dopo il lungo ponte festivo il nuovo anno fiscale giapponese e alte erano le aspettative per una riallocazione importante di fondi verso i nostri mercati. Ora sembrerebbe che le condizioni per un pesante indebolimento dell'euro ci siano tutte. Certamente ci sta provando la Bce con le affermazioni di ieri di Draghi e le ritrattazioni di Novotny, ma siamo al punto in cui l'equazione non è più risolvibile: o le banche centrali ammettono che drogare i mercati finanziari non è solo inutile ma è anche antitetico all'interesse delle economie reali, perchè una allocazione distorta di risorse porta a sottrarre risorse alle seconde, o l'euro continua a rimanere insopportabilmente forte.
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