I dati macroeconomici diffusi ieri vanno confermando sempre più lo scenario che sosteniamo da tempo, per la verità molto isolati. I dati sulla fiducia in Germania indicano una situazione di scarsa crescita all'orizzonte, che dovrebbe a nostro parere limitare significativamente il potenziale di rialzo dei tassi che tutti si aspettano in Europa. Il decremento nel saldo della Bilancia commerciale giapponese si spiega invece, oltre che col maggior debito energetico, con una rallentata crescita dell'economia americana. In questo senso la domanda si prova oramai relativamente poco reattiva ai tassi di cambio (che dovrebbero invece portare a maggiori saldi esportatori del Sol Levante), con l'eccezione dell'industria automobilistica che vede sì grossi aumenti nel mercato americano, ma attraverso produzioni locali, che non rientrano nel saldo delle partite correnti. Bernanke Venerdì avrà vita dura ad esprimere una posizione che aggiunga un po' di chiarezza al quadro ma che nello stesso tempo limiti la possibilità di gaffe irrimediabili nel caso in cui invece l'Inflazione dovesse tornare a rialzare la testa. Con molta selettività il mercato statunitense offre ancora spunti interessanti, ma sarà il Giappone il vero protagonista, a nostro parere, di questa fine d'anno. |