Nella riunione di Sabato scorso tra i primi ministri di Germania, Francia, Gran Bretagna ed Italia è stato avvilente ascoltare il presidente francese deridere il piano presentato dal suo ministro delle finanze, una donna preparata tra i pochi politici a sapere mettere dei numeri su un pezzo di carta. A onore del nostro presidente del consiglio, il suo supporto ad un piano europeo è stato l'unico ad arrivare dalla voce di un premier. Tutta la giornata di oggi i mercati hanno atteso una vociferata operazione congiunta tra Bce e Fed, una proposta comune dei governi europei. Arrivano invece i piani di salvataggio di Islanda, Spagna, Gran Bretagna, a testimonianza di una frammentazione che disorienta non solo i mercati ma soprattutto l'economia reale, oramai travolta a tutto campo da questa crisi. E' ragionevole aspettarsi che i propri rappresentanti istituzionali siano preparati a prendere iniziative nell'interesse comune. Ogni giorno si assiste invece a sterili azioni individuali, che non fanno altro che aggravare la sfiducia collettiva. E dire che l'Europa ha una storia recente di nazionalismi e facili demagogie. |