Esclusa da Schultz una continuazione della grande coalizione, la Merkel sembra possa fare governo solo con i liberali, cancellati dal parlamento quattro anni ( e che rischiano di essere cancellati per sempre se parteciperanno al prossimo governo) e i Verdi. Dopo i primi mesi molto deludenti della amministrazone Macron, che va nella direzione di un nazionalismo esasperato, la scorsa settimana la stampa all'unisono titolava che sarebbe stata la Merkel e non Macron a salvare l'Europa. Di spinte per tenere insieme il "progetto europeo" ne arrivano da tutte le parti: nel fine settimana scorso Moody's abbassa il merito creditizio della Gran Bretagna non sui fatti ma, prima volta nella storia di agenzie di Rating che di indipendente non hanno nulla, sulla incertezza per i tempi della Brexit: stamattina la sterlina si rafforza, a queste cose oramai sono in pochi a credere. Tutti danno come grande sconfitto il partito di Schultz ma il calo percentuale del partito della Merkel è identico. La cancelliera cercherà con ogni probabilità di convincere Schultz a ripensarci, il che rappresenterebbe sicuramente la soluzione più gradita ai mercati: i politici sorprendono sempre per la veloctà dei voltafaccia. Ma non può comunque succedere domattina: la formazione del governo potrebbe dunque prendere alcuni mesi durante i quali Draghi sparerà le ultime cartucce: la conseguenza, immagineremmo, un euro in forte indebolimento e le borse dell'Europa continentale sotto pressione. Quale che sia il governo che verrà formato in Germania, è prevedibile che l'atteggiamento verso l'Italia e in generale verso i paesi indebitati si irrigidisca. Aperture a maggiori flessiblità significherebbero che alle prossime elezioni l'estrema destra potrebbe diventare il partito di maggioranza: e la Merkel sicuramente ha senso dello stato e lungimiranza per pensare a dopo il suo mandato. Si tratta di un Rischio concreto, i Tedeschi sono il popolo più passibile di dare ragione a Mazzini e non a Pisacane, tengono sempre il concetto di nazione, più o meno nobile, sopra a quello di lotta di classe: come diceva Freud, le masse sono più facilmente abbagliate da una grande bugia che da una piccola. La ultima delle cose che ci aspetteremmo ora è che si vada verso un progetto di armonizzazione fiscale e alla nomina di un superministro delle finanze europeo, sulla scorta di quanto l'ambizioso Macron spera d costruire per il futuro ruolo della Francia. |