La settimana scorsa Bloomberg riportava un'agenzia in base alla quale Enel Green Power avrebbe rifiutato i consigli di diversi intermediari che ritenendo l'offerta cara spingevano verso una forchetta di prezzo inferiore a quella fissata dalla societa'. Il gruppo ha bisogno di incassare presto denaro per ridurre l'indebitamento (i soldi vanno nelle casse di Enel non di Enel Green Power) e ne cerca di incassare quanto piu' possibile, dopo la disastrosa acquisizione di Endesa. Alcuni elementi: il prospetto fa un confronto con i multipli a cui vendono EDF Energies Nouvelles, Iberdrola Renovables e EDP Renovaveis in Portogallo. Queste aziende vendono su multipli tra le 11 e le 16 volte l'EBITDA, cio' che porta a giustificare un multiplo per Enel Green Power superiore alle 10. Al di la' del fatto che i suoi principali concorrenti sono cari perche' hanno tutti visto una pesante riduzione dei margini, non perche' stanno crescendo a tassi forsennati, il confronto e' comunque fuorviante perche' poco meno della meta' del fatturato di Enel Green viene dall'idroelettrico. Si potrebbe pensare che i 5,5 miliardi di investimento previsti sino al 2014 vadano a ridurre questa quota ma non sara' cosi' perche' la societa' ha annunciato che larga parte di questi mezzi andra' per la manutenzione e potenziamento degli impianti esistenti, niente ad esempio a nuovo fotovoltaico. Altro punto fondamentale, il rapporto tra debiti e patrimonio netto e' sceso a 0,4 nel primo semestre perche' la controllante ha rinunciato ai suoi crediti nei confronti della controllata, non perche' la redditivita' sia aumentata. Con gli investimenti previsti, l'indebitamento tornera'a livelli pesanti. Sulla bonus share (che comunque ha solo un effetto estetico, perche' il titolo perde in relazione all'emissione di nuove azioni) forse non tutti i sottoscrittori sanno che e' prevista solo per tre lotti minimi ovvero sino a sei mila azioni di investimento iniziale. La settimana scorsa e' stato reso noto che sia Conti che Gnudi hanno prenotato 100 mila azioni. Con gli stipendi che spuntano, 200 mila euro non sono certo un grande sacrificio. Inoltre o l'investimento e' davvero un grande affare, allora il management dovrebbe rinuciarvi a favore dei risparmiatori, o non lo e' allora l'opera di sostegno del management dovrebbe essere di altra entita'. |
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