Ieri il dato sulla fiducia delle imprese in Germania ha mostrato che anche per i Tedeschi l'euro a questi livelli sta diventando un problema. Da qui l'apertura di Weidmann a politiche di quantitative easing, anche se in base allo statuto attuale della Bce questo significherebbe imporre quella condizionalità agli stati il cui debito sia acquistato dalla Bce di cui parlava il mai decollato meccanismo annunciato da Draghi. Il mercato dei cambi in questi giorni è totalmente condizionato dalla volontà di tenere basso il valore dello yen per non indurre gli operatori a vendere azioni. Da qui gli sbalzi erratici del cambio euro dollaro, mai così volatile da molti anni. La tendenza ora per l'euro è però decisamente al ribasso. Si potrà assistere a punte, come l'altro ieri, intorno a 1,3875 ma non ci stupiremmo di vedere il cross intorno a 1,35 nel |