Il testo del comunicato del G20 ammette con più forza del previsto la necessità di non intervenire sui cambi. Di per sè non è un cattivo comunicato ma nell'affrettarsi ad aggiungere che forti fluttuazioni sulle divise possono intervenire a seguito di necessità di stimolo domestico delle varie economie, bisogna che per non innescare una guerra valutaria tutti i blocchi siano concordi nel trasferire una proiezione economica comune. Il comportamento di stanotte di Abe non è corretto in questo perchè parla di eventuali mutamenti nello statuto della Banca Centrale Giapponese. Se d'altra parte Draghi o Grilli dicono, probabilmente nella preoccupazione di non creare crolli repentini nei mercati finanziari, che l'euro forte è risultato di un'economia europea in progresso, allora i Giapponesi, ma la Gran Brteagna e da ieri la Norvegia sentono di potere agire liberamente sulle loro dvise semplicemente manifestando il contrario, ovvero che le loro di economie domestiche sono deboli. O qualcuno si alza molto velocemente in area euro e dice come stanno davvero le cose, ovvero che non vi è alcuna ripresa possibile all'orizzonte e allora l'euro si indebolisce, oppure la contrazione si trasformerà, se già non lo è, in Depressione. Basta con questi G20 di facciata dove di forma si trovano accordi e nella sostanza si scatenano guerre commerciali. Se ci si fermerà a quelle. |