Al di là della forma, nel programma di Draghi la cosa più significativa sono i programmi TLTRO con incentivi ai prestiti, ma con i ratio patrimoniali delle banche italiane avranno scarsi effetti sul sistema interno, come ieri ha fatto intuire Patuelli di Abi, la vera conseguenza di questi piani espansivi è di innescare una svalutazione competitiva che una volta si faceva direttamente con interventi sui cambi, oggi si fa in via mediata. La Fed non è assolutamente disposta a vedere una ulteriore rivalutazione del dollaro, è la seconda riunione di fila in cui la Yellen fa esplicito riferimento alla forza della divisa americana come fattore deflattivo e reagisce colpo su colpo a qualsiasi tentativo europeo, ma con maggiori munizioni. Ieri avrebbe senz'altro avuto senso spingere verso un aumento dei tassi, in regime di piena occupazione anche l'Inflazione base, quella senza petrolio e cibo, sta salendo. Ma il cambio è in assoluto la variabile su cui anche se in modo non esplicito puntano le principali economie per il rilancio, la debolezza della sterlina di questi mesi ha molto aiutato l'industria britannica. L'effetto delle guerre di valute è evidentemente nullo a livello di sistema ma il coordinamento delle politiche monetarie tra le banche centrali dei vari blocchi richiederebbe una lungimiranza che non appartiene a queste istituzioni. |