Fed che sposta a settembre nuove iniziative, dal cambiamento di linguaggio sembra quasi certo che agirà il prossimo mese, attendendo a nostro parere prima chiari segni dall'Europa. Oggi la BCE ha sostanzialmente cinque opzioni sul tavolo: 1) Un nuovo taglio dei tassi sui depositi 2) Il rinnovo del programma di acquisto titoli sul mercato secondario 3) Una terza operazione LTRO 4) La concessione di una licenza bancaria al Meccanismo Europeo di Stabilità 5) La fissazione di livelli obiettivo per i tassi sul debito dei paesi periferici La due e la tre non funzionerebbero, in un caso perchè il mercato andrebbe a testare quanti titoli la BCE è davvero disposta a comprare, nell'altro perchè le banche hanno abbastanza problemi di bilancio per comprare altri titoli di stato, come dimostra il caso del Monte Paschi. La uno non avrebbe molto senso perchè non spingerebbe le banche a prestare, ma sarebbe probabilmente da fare in congiunzione ad una delle altre per successivamente ricorrere a misure non convenzionali di intervento, una volta che i tassi non possano più scendere. La quarta sarebbe una buona idea ma la Germania ha manifestato la propria opposizione solo qualche giorno fa, sarebbe un errore diplomatico. La quinta ci sembra la strada più ragionevole, probabilmente insieme ad una riduzione dei tassi sui depositi. Forse quella che più sarebbe gradita al mercato, una specie di fondo salvaspread, ma finanziato dalla Bce e non dagli Stati. E' bene ricordare che si tratta in ogni caso di misure di tamponamento che non ridanno impulso all'economia. Che viene invece da misure non convenzionali, quali un "quantitative easing", un acquisto illimitato di titoli, non solo di stato, combinato ad un processo di unificazione fiscale. Da quello scenario siamo ancora lontani anni luce: se il mercato reagisce positivamente agli interventi di oggi assisteremo dunque ad una fiammata delle borse, non ad una ripresa delle economie. Se oggi la Bce invece non facesse niente, oppure facesse qualcosa che ha già fatto in passato, crollerebbe la credibilità di Draghi, che la scorsa settimana assicurava che quello che avrebbero fatto sarebbe bastato. E con essa i mercati. |