Stasera la Fed sarebbe imprudente a non mandare un chiaro segnale di aumento sui tassi almeno per la prossima riunione di luglio: se si vuole porre una linea di saggezza all'amministrazione Trump è probabilmente la ultima occasione per il presidente uscente (in molti indicano già un successore tra i fidati di Trump). Il livello di occupazione è ai massimi dalla grande crisi, il mercato obbligazionario già sconta un rialzo dei tassi e non esistono possibili ulteriori stimoli che la politica monetaria possa imporre. Probabile un aumento di venticinque centesimi già stasera, ma sarà piuttosto la proiezione dei tassi di sconto e quella delle variabili economiche trimestrali ad influenzare borsa e andamento del dollaro. Siamo al tiro alla fune tra una amministrazione indebolita che fa promesse che non può mantenere e volontà condivisa di affossare il dollaro; non è da escludere una correzione significativa sulla borsa americana mentre l'Asia, in particolare Corea e Cina sembrano relativamente immuni da possibili conseguenze. Aumenteremo al portafoglio emergenti il peso del settore tecnologico tra oggi e domani. |