In base all'accordo Fiat rileverebbe, senza esborsi finanziari, il 35% della casa statunitense. L'accordo darebbe a Fiat accesso al segmento delle utilitarie negli Stati Uniti, dove oggi vende solo con Maserati e Ferrari.
Difficile capire che avviamento rappresenti il marchio Chrysler oggi con vendite crollate del 30% nel corso dell'ultimo anno. Possibile invece ipotizzare un'alleanza per lo studio di motori ibridi, progetto sul quale Fiat, dopo la rottura con General Motor, è rimasta ferma.
Le economie di costo potrebbero essere significative. La combinazione dei due gruppi porterebbe ad una produzione annua di 5 milioni di veicoli.
L'operazione potrebbe però rivelarsi un boomerang se le perdite di Chrysler non cessassero; a questo punto il 35% delle stesse andrebbe in capo al gruppo torinese.
In complesso con qualche eccezione tra i produttori giapponesi, in particolare Nissan, il settore sembra ancora da evitare.
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