08-03-2010

Fiat, ancora una volta (purtroppo)

Ipotesi di cessione di parte delle azioni in Fiat auto a Chrysler, di cui Fiat detiene una quota di minoranza relativa (il tesoro statunitense e' l'altro azionista). Se Fiat fosse cosi' un buon affare, come il mercato sembra pensare da qualche giorno, la famiglia non avrebbe difficolta' a trovare un azionista di minoranza nello stesso settore. La verita' e' che in Europa abbiamo capacita' produttiva circa doppia rispetto alla domanda di veicoli, e che nessun governo e' disposto a sacrificare gli interessi degli impiegati del settore, generalmente anziani, per liberare risorse a favore dell'universita' e della sanita', due aree critiche anche per i giovani e in condizioni drammatiche.
Lo schema e' quello utilizzato dal gruppo Pirelli negli anni della famigerata gestione Telecom. Con una quota di minoranza, ma con il controllo del consiglio di amministrazione, si riescono ad effettuare passaggi di proprieta' che certo favoriscono solo l'azionista di riferimento.
Anche l'operazione mediatica e' ben studiata. Oggi Goldman Sachs. consulente del gruppo esce con una forte raccomandazione di acquisto sul titolo (chiussa' se come nel caso della Grecia, intanto che fanno i consulenti fanno con i loro soldi esattamente l'opposto).
Ci auguriamo che le dichiarazioni del vicepresidente del gruppo torinese nel fine settimana scorso secondo le quali, piu' o meno, " sogna una grande Fiat" siano solo il portato di fervore giovanile. Strano pero' che non vengano da nessuno di quelli che le decisioni le prendono davvero.



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