02-07-2009

Fiat, lo spin-off on si fa più

Sia perché la mancata acquisizione di Opel non conferisce al gruppo sufficiente massa critica, o perché in Chrysler la voce dei sindacati è per ora in maggioranza, Marchionne ha annunciato che l'operazione di scorporo di Fiat Auto dal resto del gruppo per ora non si farà. Brutta notizia per la famiglia Agnelli, che sperava così di liberarsene, attraverso la Quotazione.

La tesi di Marchionne che servisse alla casa torinese una diversa massa critica non ha mai avuto molto senso. L'industria automobilistica europea ha una capacità produttiva di 12 milioni di veicoli e nelle ipotesi più ottimistiche il mercato ne assorbirà non più di nove milioni una volta che la crisi inizierà a diradarsi. Avere massa in un mercato che non compra non è certo una strategia vincente.

Sul mercato statunitense, è improbabile che i sindacati lascino aprire impianti produttivi a Fiat per le utilitarie, cosa che sembra confermata dalle ultime dichiarazioni del gruppo.

La verità è che il gruppo torinese ha così esportato un modello di negoziazione con parti istituzionali e sindacati che ha sperimentato con tanto successo - almeno per se- in Italia.

Una misura di dove il mercato si sta muovendo viene dalla decisione di Aston Martin di entrare nel segmento delle city-car.
Il lusso va verso il basso, mentre il mercato delle utilitarie viene coperto in India da Tata con macchine da due mila dollari ed in Cina con un ambizioso progetto di auto elettrica cui partecipa Warren Buffett.

Il resto è politica.

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