Qualche settimana fa la copertina di Fortune battezzava Sergio Marchionne "Mr Fix It", più o meno il riparatutto. Che la separazione della divisione veicoli industriali dall'auto risolva parecchi problemi all'azionista di maggioranza, non vi è dubbio. Meno evidente che lo stesso sia vero per i piccoli azionisti. Il piano presentato il 16 prevede la riduzione del capitale di Fiat di 3,7 miliardi, che rientrano in Fiat Industrial, la nuova società, parte in forma di capitale (1,9 Miliardi), parte in forma di riserve (1,8 Miliardi). Il capitale di Fiat oggi è di 6,4 miliardi: la divisione auto resta quindi con meno della metà del capitale a servire uno sviluppo industriale che per il 2014 (chissà perchè nei grandi gruppi, come in politica quando si presentano i piani le grandi crescite sono sempre previste tra molti anni) prevede un fatturato di 64 miliardi per l'auto e 29 per la divisione industriale (a fine 2009 il fatturato congiunto delle due divisioni è di 49). Si prevede quindi di raddoppiare circa in cinque anni, per tassi di crescita che nel settore automobilistico noi non abbiamo mai visto (dal 2004 al 2008, anni buoni, il fatturato del gruppo era passato da 47 a 60 miliardi, per il 2010 ne sono attesi 52).
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