Stasera la Germania dara' con ogni probabilita' il semaforo verde all'ampliamento del Fondo Salva Stati a settecentottanta miliardi, non aderendo pero' alla richiesta di porre ulteriori garanzie in eccesso dei duecentodieci miliardi gia' suo carico. Ci aspettiamo un situazione di stallo perche' e' come dire che i trecentotrenta miliardi aggiuntivi li deve garantire qualcun altro e non sappiamo proprio chi. Il Fondo come e' noto non ha una sua dotazione fisica di capitale ma vive sulle garanzie dei singoli stati. Su questa base ha sino ad ora emesso obbligazioni, in parte andate a finanziare i salvatggi di irlanda e Portogallo, per meno di dieci miliardi di euro. Queste obbligazioni sono oggi al di sotto del loro valore di emissione, con una differenza di rendimento rispetto alle emissioni tedesche di circa cento cinquanta punti base, trenta punti base di piu' che per lo Spread tra Francia e Germania. Equivale a dire che anche se le agenzie di Rating hanno dato triplo A a queste emissioni, nessuno ci crede: se il merito creditizio della Francia e' in discussione, con la potenziale perdita della massima qualita' creditizia, lo e' a maggior ragione quello del Fondo. In tutte le varie ipotesi di Leva cui si e' fatto cenno in queste settimane rocambolesche, si e' spesso ipotizzato di proporre al mercato emissioni del fondo per centinaia di miliardi di euro. A quel punto lo Spread con il bund tedesco non potrebbe che allargarsi: alla fine il costo di finanziamento del fondo sarebbe uguale alla media ponderata del costo del debito dei singoli stati: un mero esercizio di stile. L'altro modo per aumentare la potenza del fondo e farlo diventare una banca, ma questo vuol dire che la BCE deve garantirgli la provvista. E' un modo un po' piu' elegante per dire che la BCE deve stampare moneta, perche' li poi alla fine si dovra' parare. |