13-04-2007

Giappone/Yen, quello che il mercato non vuole vedere

Ieri il Giappone ha diffuso i dati relativi all'incremento di prezzi alla produzione per il 2006, il più alto degli ultimi 15 anni.
Nel suo rapporto periodico, questa settimana il fondo monetario internazionale ha previsto che il Giappone crescerà quest' anno ad un tasso superiore a quello americano, vicino (secondo noi superiore) a quello europeo.
Stamattina l'International Herald Tribune titola che oltre un quarto delle società quotate in borsa in Giappone tratta sotto il loro valore di libro.
Ieri, di tutte le cose che ha detto Trichet, il mercato non ha notato la più significativa, ovvero che prevede un rallentamento dell'Inflazione in Europa nei prossimi mesi.
Tutte le previsioni sui tassi di cambio e sulle borse sono, in modo decisamente pericoloso, esclusivamente basate sui flussi e su dove si prevede vadano i risparmi di coloro che accumulano grossi saldi valutari positivi, ovvero Cina e Giappone.
Questo crea una situazione dove alcune valute vengono paradossalmente gonfiate dalle aspettative sul flusso di capitali; il fenomeno è oramai paradossale, con l'Euro a sopportare tutte le conseguenze delle varie guerre commerciali tra grandi potenze.
Nessuno si aspetta che al G7 di questo fine settimana il problema dello yen sia affrontato, perchè tutti temono che una presa di posizione ufficiale creerebbe una situazione di ribassi a catena causata dalla riduzione delle posizioni in Carry trade.
Tutto sembra possa contnuare all'infinito; stamattina l'Economist dedica un pezzo significativo alla compiacenza con cui il Rischio viene oramai trattato dagli investitori istituzionali. Sono in larga parte i banchieri centrali a creare questo problema, preoccupati, per ragioni politiche, di non essere additati come i responsabili di un eventuale aggiustamento.
Sarà quindi probabilmente solo un evento traumatico a riportare gli equilibri (dati economici pesanti come quelli che potrebbero uscire oggi dalla lettura del deficit commerciale e dell'Inflazione negli Stati Uniti o geopolitici). Putroppo. lasciando totalmente al mercato questo aggiustamento, quando avverrà coinvolgerà le borse in un pesante ribasso, nonostante le valutazioni siano in molti casi del tutto interessanti.

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