Strumenti di politica commerciale estera buoni per la Guerra Fredda. L'amministrazione americana punta tutto su un dollaro debole per riportare industria a casa: ieri chiarissimi gli interventi sul mercato per indebolire la divisa americana subito all'apertura dei mercati americani: in pochi minuti il dollaro ha perso quasi mezzo punto percentuale, senza nessuna notizia. A questi movimenti improvvisi partecipa senz'altro l'ufficio di tesoreria della Fed che forse domani sarà più aggressiva del previsto. Se così sarà il dollaro si rafforzerà parecchio questa settimana e le borse continueranno a scendere. Se esiste un singolo fattore che può far cadere le borse è la ipervalutazione dei giganti della tecnologia, i cosiddetti Fang. Ieri è toccato a Facebook, su cui da mesi diciamo che qualcosa doveva succedere, la capacità d influenza dei social network, non solo in politica, è inaccettabile. Ma anche la posizione dominante di Amazon, di Netflix, di Google, dovrebbe essere messa in discussione, come notava nei giorni scorsi l'inventore del web https://www.standard.co.uk/tech/sir-tim-berners-lee-facebook-google-dominant-a3787271.html, se a qualcuno interessa la protezione dei diritti del consumatore e la libertà di informazione. Gli interessi che ruotano intorno a queste aziende sono enormi e i politici interverranno sul piano regolatorio solo, come probabile nel caso di Facebook, se i loro propri interessi sono a Rischio: è incredibile che in Europa non si pensi di rispondere alle tariffe americane con provvedimenti incisivi su queste aziende, che non sono certo la web tax, inapplicabile a livello armonico dai singoli stati. La politica non ha nessuna lungimiranza, ma queste aziende sono diventate troppo grandi per fallire e troppo capaci di influenzare l'opinione pubblica, ora Netflix uscirà con una serie sugli Obama, pagati a peso d'oro per sua realizzazione: e come fu nel caso delle banche nel 2008, saranno quelle che con ogni probabilità causeranno il prossimo crollo delle borse. |