Nel nuovo piano greco due sono le cose che probabilmente porteranno al suo abbandono ancora prima che nasca: 1) invece che cedere all'idea di ristrutturare il debito esistente, la Germania chiede ed ottiene, evidentemente gli Italiani e gli Spagnoli non se ne sono accorti, una riduzione nel tasso di interesse sui prestiti alla Grecia. Mentre i paesi creditori riescono ancora a prestare con un Margine, per Italia e Spagna il prestito è ora a un tasso inferiore al loro costo di finanziamento: poichè i prestiti, come per le garanzie al Mes avvengono in base al Pil, con il nuovo piano è vero che velatamente si introduce l'idea di una partecipazione del pubblico alla ristrutturazione: ma gli unici stati coinvolti sono Italia e Spagna, che speriamo non ratifichino l'accordo a livello dei propri parlamenti; 2) il riacquisto del debito da parte della Grecia, con i soldi già ricevuti in prestito (ma non bastano per il buy-back), è condizionato al massimo prezzo raggiunto venerdì scorso, cioè trentatrè centesimi. Oggi il decennale greco è a trentasei centesimi. Se il prezzo scende, il Buy Back forse avviene, ma non si sa bene da dove arrivino i fondi: i prestiti, compresi quelli fatti da Italia e Spagna, diventano quindi inesigibili, anche se solo ad una data futura. Il buco si sposta parzialmente da un paese con dei problemi ad altri più grandi con problemi non tanto minori. Speriamo davvero che Monti e Rajoy non siano scacco della Germania a tal punto da imporre con, il probabile voto di fiducia, la ratifica del nuovo accordo ai rispettivi parlamenti. |