L'analisi http://www.economist.com/news/finance-and-economics/21571165-currency-wars-burgers-verdict-bunfight, che a molti sembrera' superficiale si basa sulla comparazione del prezzo di un hamburger, il Big Mac, in varie aree geografiche, prendendo come base gli Stati Uniti. La comparazione e' invece tutt'altro che triviale perche' il prezzo di un bene di largo consumo "contiene" molte componenti tra cui il costo del lavoro, della materia prima, dell'energia. Ne deriva un quadro totalmente diverso da quello che le case di investimento ci vendono quotidianamente. Lo yen non ha bisogno di svalutarsi, casomai e' l'euro che avrebbe bisogno di un po' piu' di attenzione da parte dei nostri governanti. Ingaggiare una guerra delle valute come quella un po' grossolana che ha intrapreso il Giappone non e' certo utile alla reputazione di un paese. Ma subire supinamente e' cosa diversa. Speriamo che Draghi possa ricevere giovedi' l'avvallo tedesco per aprire a tassi di deposito negativi per le banche. Altrimenti solo le pesanti cadute di borsa come quella odierna possono indebolire la moneta unica. |