Queste cose vanno programmate con largo anticipo. Per fare un polo tecnologico che attiri capitale dall'estero bisogna costruire una rete di alleanze a basso costo con i centri di ricerca e fornire fiscalità agevolata. Con l'attuale contesto fiscale e investimenti richiesti, secondo gli stessi promotori, di centocinquanta milioni all'anno, si tratta di campagna preelettorale, visto che con ogni probabilità sarà necessaria una manovra correttiva per rispettare il patto di stabilità, su cui l'Europa ha già fatto ampie concessioni all'Italia. Oggi è di moda parlare di biotecnologia e "big data" ma un qualsiasi progetto che parta oggi, e la fase di smantellamento dell'Expo prenderà almeno un anno, sarebbe vecchio per progettualità quando dovesse ricevere i fondi necessari. Chi lavora nel settore se ne rende conto e continuerà a dirottare i fondi per la ricerca all'estero, come nel caso di Telethon che fa la quasi totalità delle sue ricerche negli Stati Uniti (senza peraltro avere mai conseguito risultati significativi con le centinaia di milioni di euro di fondi raccolti nel tempo). Saranno ancora gli imprenditori a finanziare le pregevoli iniziative nel campo della robotica e della biotecnologia che costituiscono le eccellenze italiane nel campo dell'alta tecnologia. |