Ai numerosi record registrati nelle ultime settimane per i prezzi delle materie prime (dai metalli preziosi ai grani) non si aggiunge quello del prezzo del petrolio: al contrario, il petrolio resta anche nelle ultime settimane dell'anno sotto quota 90$ (contratto Nymex), e si colloca quindi al medesimo livello della metà di gennaio 2010. La prudenza degli operatori colpisce, dato il contesto: le grandi case di investimento hanno rivisto al rialzo le stime per la crescita USA nel 2011, e allo stesso tempo sui mercati obbligazionari si diffondono i timori per un ritorno dell'Inflazione. Si potrebbe quindi affermare che (in termini relativi) il petrolio in questo momento di mercato non è particolarmente caro. Il settore è stato certamente penalizzato, nel corso del 2010, dalla clamorosa vicenda del Golfo del Messico, che ancora la settimana scorsa ha visto la BP oggetto di una causa civile avanzata dal Governo degli Stati Uniti. Questa iniziativa ha generato nuova volatilità sui prezzi delle aziende del settore, e creato qualche interessante opportunità di ingresso. Se andiamo ad ampliare la nostra visuale al di là del contingente, ci sono più elementi di valutazione che ci portano a guardare con interesse al settore. La domanda di carburante è supportata da fattori geopolitici, mentre i costi e le crescenti difficoltà di estrazione sono destinati a spingere ulteriormente i prezzi verso l'alto. Il nostro lavoro sui dati aziendali ci porta ad includere nelle nostre liste due titoli del settore. il colosso norvegese Statoil e la più piccola e dinamica società USA Questar. Con particolare riferimento a quest'ultima, segnaliamo che nonostante una corsa al rialzo del prezzo davvero clamorosa, il rapporto prezzo/utile resta su di un livello interessante. |