Rivisti al ribasso i dati in area EU anche nei paesi più ricchi (la Danimarca ha una crescita dei prezzi ancora più bassa dell'Italia) e borse che festeggiano l'annessione della Crimea alla Russia. Diffcile dare un'interpretazione su questo ottimismo ma quello che sembra di capire è che gli Stati Uniti potrebbero iniziare ad esportare gas naturale verso l'Europa in modo massiccio, sostanzialmente isolando la Russia. Non sembra pensarla cosi Eni, molto esposta, anche per i recenti contratti di Saipem di cui al precedente articolo, alle tensioni Ucraine. Nel comparto energetico vanno ora attentamente valutate le esposizioni delle principali compagnie a quest'area. Per chi è investito in Eni potrebbe avere senso considerare una sostituzione con Total. Per ora nessuna tensione sui prezzi del greggio, quindi nessun riflesso ipotizzable sul tasso di Inflazione. La Bce, dopo gli interventi verbali di Coeurè e quello forte di Draghi la scorsa settimana, non potrà affidarsi esclusivamente alle sue previsioni, la cosiddetta "forward guidance" se vorrà incidere sul tasso di cambio e quindi contribuire a trascinare l'Europa fuori da una deflazione cronica che sembra sempre più probabile. |