11-09-2012

Istat, Contrazione Pil Doppia a Quella Prevista dal Governo

Previsioni di una contrazione del 1.3% nel Pil, secondo quanto contenuto nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, che gia' quando furono effettuate si basavano su una rappresentazione volutamente falsa dei fatti (si vedano i nostri articolo sul DPEF del tempo), contro una stima di calo del 2,6% dell'Istat ieri, noi pensiamo piuttosto ad una caduta superiore al 3%. Con questi numeri anche se lo Spread andasse a cento punti l'Italia ha per forza bisogno di aiuti, perche' lo stock di debito piu' interessi cresce mentre il Pil decresce, portando crediamo il rapporto tra le due quantita' almeno al 125% per la fine dell'anno. 

Ora pero' il governo dice che la ripresa arriva nel 2013, migliorando quindi le previsioni fatte originariamente (la situazione peggiora e le previsioni migliorano, gli inglesi chiamano questa tecnica "can kicking", piu' o meno "nascondere sotto il tappeto", rimandare le verifiche a data posteriore). 

Tutti questi imbrogli si basano sulla speranza che le condizioni che sarebbero eventualmente imposte agli stati che chiedono aiuto al "fondo salvaspread" siano solo programmatiche: la tecnica e' oramai consolidata, a partire dalla Grecia in poi si fanno previsioni irrealistiche poi quando e' chiaro che non possono essere realizzate lo stato di turno e' oramai troppo grande per fallire, cosi' da negoziare nuove condizioni.

L'Italia non puo' tornare a crescere nel 2013 se non in presenza di tagli alla spesa pubblica di almeno una cinquantina di miliardi per anno, che non crediamo si faranno perche' dalle dichiarazioni di Monti sulla irripetibilita' di un governo tecnico e quelle di Passera in merito ad una sua eventuale candidatura ci sembra probabile che stiano per diventare politici di professione (il "nuovo"  sara' verosimilmente  un vecchio governo democristiano, con l'appoggio di Casini). Senza tagli alla spesa le misure di contenimento del disavanzo che dovrebbero portare al pareggio di bilancio l'anno venturo possono solo essere ottenute attraverso nuova tassazione, che porta il Pil a decrescere ulteriormente (ma il bilancio e' fatto per cassa, quindi se l'anno venturo si fa una patrimoniale quella entra tutta nell'esercizio).
Ci vorranno forse alcune settimane perche' al mercato sia chiaro che la posizione della Bce ha con ogni probabilita' definitivamente affondato il processo di riforme e la possibilita' che in Italia si metta seriamente mano alla riforma della macchina pubblica. Ma la fiammata in borsa della scorsa settimana non ha basi solide.

Speriamo solo che domani la Corte Costituzionale tedesca sia abbastanza indipendente da imporrre limiti stretti alla condizionalita' degli interventi del Meccanismo di Stabilita' per calmierare gli Spread, in modo da accellerare il processo di verifica sulle vere intenzioni della BCE. Se invece , la Merkel dopo i recenti voltafaccia esercitera' tutta la sua pressione perche' sia cosi', il meccanismo sara' dichiarato costituzionale senza riserva alcuna, ci troveremo tra qualche mese in una situazione ben peggiore dell'attuale. Ma per allora la Merkel avra' rivinto le elezioni.

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