Rimbalzino oggi sui mercati con le banche che saranno ancora una volta chiamate a digerire la fetta piu' grande degli undici miliardi di Bot in emissione, tre di piu' di quelli che scadono. Non sappiamo esattamente quanta liquidita' riveniente dalle operazioni LTRO, che le banche italiane sembrano avere assorbito per piu' di duecento miliardi, sia gia' stata investita in titoli di stato, ma stimeremmo una somma tra i sessanta e gli ottanta miliardi, il che lascerebbe poco spazio ulteriore perche' parte preponderante di quella liquidita' serve a sostituire obbligazioni in scadenza. Il vero test ora sono i BTP, il primo quello dei cinque anni che scade domenica, ma per cui le prenotazioni si chiudono oggi (se l'esito delle prenotazioni sara' positivo e' probabile che sia comunicato al piu' presto). Sui Bot non vi e' Rischio particolare, le aste appena concluse vedono un rendimento sull'anno raddoppiato al 2,84%, di perdere soldi indebitandosi all'uno per cento con la BCE, ma sul quinquennale se i tassi non ritornano a scendere si. A questi livelli di costo del debito riteniamo che la forbice debito su Pil si allarghera' quest'anno di tre o quattro punti percentuali il che evidentemente rende irrealizzabile il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, a meno di manovre patrimoniali. Circa meta' del Pil italiano e' sostanzialmente a somma zero perche' gira intorno alla macchina pubblica per cui se la contrazione del Pil fosse nel 2012 di due punti percentuali, vorrebbe dire che l'economia reale, quella fuori dal pubblico, si contrae al quattro per cento. Altre misure su privati ed aziende sarebbero pericolosissime per l'ordine pubblico, i cenni di rivolta sono per ora confinati a gesti individuali ma il passo e' breve. Servirebbe allora un intervento incisivo sulla macchina pubblica, ma il governo da segni dell'esatto contrario: un esempio per tutti, il numero uno dell'Agenzia delle Entrate e' anche presidente di Equitalia, nessuno si preccupa del conflitto di interesse, oltre che del suo stipendio. L'unica soluzione per evitare che anche il nostro debito sia ristrutturato - ci potrebbero volere anni con la campagna mediatica cui il paese e' sottoposto ma con questa traiettoria sarebbe inevitabile - e' come suggerisce l'economista Roubini, una svalutazione dell'euro tra il venti e il trenta per cento. Ai tedeschi, che riescono ad esportare lo stesso perche' hanno sostanzialmente azzerato la competizione nei settori dell'industria di media teconologia a causa di una moneta unica che nonostante i recenti ribassi assomiglia piu' al marco che a quanto dovrebbe riflettere la media delle economie dell'area - in termini di parita' di potere di acquisto e' sopravvalutata di un qunidici/venti per cento rispetto al dollaro, la prospettiva non piace perche' crea Inflazione. La svalutazione competitiva non e' mai un'arma di lungo periodo proprio per questo, perche' piu' competitivita' corrisponde a diminuzione del potere di acquisto a causa dell'aumento dei prezzi generato da importazioni a cambi meno favorevoli. Ma se una divisa e' cosi tanto sopravvalutata rispetto agli altri blocchi, non parliamo del confronto con la divisa cinese, allora senza una forte svalutazione i paesi periferici continuano a sprofondare nella spirale di minore crescita e maggior debito. Come spesso nella storia di questo paese, le soluzioni potenziali arrivano da possibili eventi esterni, perche' dalla volonta' politica, di governi tecnici o no, non e' mai uscito molto. |