Una lettura “a campione” dei quotidiani italiani, e della stampa “specializzata”, dopo che sabato Standard and Poor’s ha rettificato al ribasso l’outlook per l’Italia, mette in evidenza una convergenza di giudizi. Volendo tentare una sintesi, la maggior parte degli “esperti” interpellati afferma che la situazione è grave ma non è seria, e che per il momento è preferibile investire la quasi totalità del portafoglio obbligazionario in BOT, CCT, CTZ. Questo consiglio, se si riflette con attenzione, si trasforma involontariamente in un spot per i prodotti bancari a “rendimento anticipato”, che promettono un tasso ad un anno (ad esempio, il 3,5%) per somme in giacenza su un conto di deposito per una periodo prefissato. L’investitore non viene informato, ovviamente, del fatto che queste somme depositate vengono poi impiegate, dalle banche medesime, sui Titoli di Stato, ed acquista, non sempre in coscienza, il Rischio di quella specifica banca dove deposita. D’accordo: ma come investire, allora? Chi segue gli articoli pubblicati sul sito, e in particolare quelli dedicati ai portafogli obbligazionari, sa che le indicazioni fornite per la costruzione del portafoglio vedono al primo posto un consiglio: evitare i Titoli di Stato, fatta eccezione per alcune realtà elencate una per una. L’outlook negativo di Standard and Poor’s ovviamente non aggiunge né toglie nulla ad una situazione (italiana ed europea) che sul sito è stata più volte segnalata e commentata, e che di certo non si è modificata (non in meglio, ma neppure in peggio) nel corso del 2011. I dati sono i medesimi di 6 mesi fa,e lo stesso vale per le prospettive: presentare oggi questi dati come una novità ed una nuova urgenza aumenta solo la confusione. L’attenzione va invece rivolta ad un altro elemento di questa vicenda: la tempistica. Negli ultimi mesi Standard and Poor’s ha comunicato ai mercati una serie di revisioni al ribasso, ma finora l’Italia era stata risparmiata, e questa notizia arriva non soltanto subito dopo un importante passaggio elettorale, ma anche appena prima della riunione del G8 di giovedì e venerdì. A questo si aggiunga lo scontro in atto sul destino della Grecia (e di riflesso dell’Irlanda e del Portogallo. L’incognita sembra quindi essere la seguente: l’annuncio di Standard and Poor’s lascerà indifferenti i mercati, come è successo in ognuno dei casi precedenti di questo 2011? Oppure, questa volta, gli operatori all’ingrosso prenderanno lo spunto per un cambio di atteggiamento, e metteranno l’accento sui rischi anziché sulle promesse di stabilità del Fondo Salvatati? Lo vedremo già domani mattina, all’apertura dei mercati, se si è aperto un nuovo “fronte Italia”. Per ciò che riguarda i portafogli obbligazionari, le indicazioni fornite nel più recente articolo sulla gestione del portafoglio (18 maggio) anticipavano già problemi come il declassamento dell’Italia, e le manteniamo quindi come valide anche oggi. |