Eni, Enel, Terna, pagano ai loro manager stipendi simili a quelli dei grandi banchieri ora sotto accusa. La macchina dello stato distribuisce prebende a questi funzionari che basterebbero a mettere in campo un serio piano di rilancio industriale. Scaroni, Conti, Cattaneo guadagnano in tre come migliaia di salariati. Una volta la macchina dello stato non pagava stipendi stratosferici ma desta più di un sospetto il fatto che di questo tema le forze politiche non si facciano carico. Soprattutto se si considera che lo stipendio del presidente del consiglio è meno di un quarantesimo di quello del numero uno di Eni. Senza tagliare posti di lavoro alle poste o alle amministrazioni pubbliche, operazione che comunque andrebbe fatta ma che in questo momento appare improponibile, si possono trovare miliardi di euro nel ridimensionare i compensi di questi privilegiati, che operando tra l'altro in situazioni di quasi monopolio, non possono certo essere ritenuti indispensabili a i destini delle aziende che guidano. |