Anche nellottava appena trascorsa, il tono di fondo sulle principali piazze finanziarie internazionali non è risultato particolarmente positivo. Sul fronte valutario, il dollaro Usa ha perso chiaramente terreno contro EUR e CHF. Hanno avuto un certo effetto in questo ambito i timori legati ad un rallentamento della dinamica congiunturale Usa. Loro ha fruito della citata tendenza sulle divise, guadagnando diverse posizioni. Le quotazioni petrolifere hanno palesato minori pressioni, grazie in particolare ad un incremento delle scorte americane di greggio su base settimanale ed al fatto che lultimo uragano, Wilma, ha risparmiato gli impianti produttivi del Golfo del Messico. Le Borse del Vecchio continente hanno risentito di alcuni sfavorevoli bilanci trimestrali aziendali, sebbene non siano stati preponderanti, nonché di crescenti attese di rialzi nei saggi dinteresse. Realizzati in maniera consistente i titoli del settore tecnologico. Una bella sorpresa è pervenuta dallindice precursore tedesco sulla fiducia delle imprese, che ha superato in ottobre le più ottimistiche previsioni, toccando il punto maggiore da 5 anni a questa parte: la spinta decisiva è stata la ravvivata domanda interna. I listini azionari statunitensi hanno patito leffetto di vari dati macroeconomici deludenti, come lindice di fiducia dei consumatori e gli ordinativi di beni durevoli, che si sono dimostrati peggiori rispetto alle previsioni. Da non trascurare, poi, leco delle cattive notizie concernenti Gm. Degna di menzione la nomina di Ben Bernanke alla successione di Alan Greenspan alla guida della Federal Reserve. Il neopresidente ha dichiarato per loccasione di voler continuare nella via tracciata dal suo predecessore. Lindice guida della Borsa nipponica ha riportato una plusvalenza. Gli acquisti sono riusciti a prevalere, malgrado le apprensioni legate alla negativa evoluzione degli utili di alcuni gruppi elettronici e le preoccupazioni legate alla salute Finanziaria della General Motors. Nonostante la fase di ripresa economica in atto, segnali di stanchezza sono giunti dal comparto dei consumi giapponese. Anche la produzione industriale riferita al mese di settembre è apparsa inferiore alle stime degli analisti. a cura di Corner Banca |