27-01-2006

La settimana borsistica internazionale al 27 gennaio 2006

Cronache dei mercati finianziari

Il Punto
Dopo un inizio di settimana incerto, si è avuta una successiva ripresa sui principali mercati finanziari internazionali. Il ritorno delle iniziative d'acquisto ha tratto origine soprattutto da un miglior tenore degli ultimi risultati trimestrali societari comunicati e da un regresso delle quotazioni petrolifere. Quest'ultimo ha avuto luogo, malgrado una diminuzione delle scorte statunitensi di greggio su base settimanale. A livello valutario, il dollaro si è dapprima indebolito, avendo rotto l'importante supporto di 1.22, ma in seguito ha riguadagnato terreno, soprattutto contro yen. Sono rimasti su livelli record i corsi dei metalli preziosi. Le Borse del Vecchio continente hanno evidenziato un buon progresso. Un importante contributo è giunta dall pubblicazione dell'indice che misura il clima degli affari in Germania, salito al livello più alto dal maggio del 2000, superando nettamente le attese. Analogo balzo in avanti, nel raffronto mensile, del sottoindice delle aspettative. Diversi positivi bilanci aziendali, come quelli di Sap e Siemens, hanno offerto spunti per la domanda degli investitori.
I listini statunitensi stanno cercando di sfruttare in extremis l'effetto gennaio. L'attività all'interno del settore immobiliare Usa sta chiaramente rallentando dopo che, in dicembre, hanno mostrato una flessione sia le nuove costruzioni che le vendite di case in essere. E' stato recepito favorevolmente dagli operatori il progresso negli ordinativi di beni durevoli. L'indice guida della Borsa nipponica è risalito brillantemente dopo gli allarmi scaturiti nell'ottava precedente. Hanno giovato al tono di fondo le notizie societarie, in particolare quelle riguardanti Sony, che ha annunciato un bilancio chiaramente superiore alle previsioni ed un miglioramento delle prospettive per l'anno in corso.
Da sottolineare poi il fatto che, per il secondo mese consecutivo, l'indice dei prezzi al consumo giapponese si è mosso verso l'alto, fatto che potrebbe più ragionevolmente far credere in un termine della lunga fase di deflazione, cominciata da oltre sette anni.

a cura di Corner Banca


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