12-07-2005

La settimana borsistica internazionale al 8 luglio

I principali mercati finanziari internazionali si sono mantenuti piuttosto stabili nella settimana appena trascorsa. I gravi attentati occorsi nella City londinese hanno causato negli operatori un panico di brevissima durata: le forti perdite accusate nel corso di giovedì sono state ben presto in buona parte recuperate, nella consapevolezza che quanto accaduto non possa frenare l’attuale tendenza alla crescita dell’economia mondiale.

A livello valutario, il dollaro Usa è rimasto sostenuto, in particolare contro yen, mentre deciso si è rivelato l’arretramento della sterlina. Fra i metalli, l’oro ha fatto registrare una contenuta flessione. Ancora elevate le quotazioni del greggio. Diversi i fattori alla base degli incrementi fatti registrare dai prezzi dell’oro nero, saliti fino a 62 dollari al barile: i timori circa la capacità delle raffinerie di far fronte alla sostenuta domanda di carburante nella stagione vacanziera e alla domanda di gasolio da riscaldamento in vista del prossimo inverno; le previsioni di un broker, secondo cui si perverrà a 80 dollari al barile entro la fine dell’anno; l’effetto di due uragani che si sono abbattuti sulle coste del Golfo del Messico, mettendo a dura prova la tenuta degli impianti di estrazione.

In Europa, si sono messi in particolare evidenza i titoli del comparto energetico. Le due attese riunioni della Bank of England e della Bce si sono concluse con un nulla di fatto, quanto a modifiche nella politica monetaria. Il presidente dell’istituto continentale ha dichiarato che gli attuali tassi rimangono appropriati.

Alla vigilia della stagione di pubblicazione degli utili trimestrali, le Borse statunitensi hanno denotato un maggiore interesse in direzione dei valori tecnologici. Fra i dati macroeconomici comunicati nell’ottava, brillante è risultato quello riguardante l’attività nel settore dei servizi.

L’indice guida della Borsa nipponica ha accusato una minusvalenza. Sono stati resi noti nel periodo alcuni dati economici deludenti. Il “Leading indicator” giapponese ha mostrato un progresso, ma è rimasto per il quarto mese consecutivo al di sotto dell’importante soglia dei 50 punti. Gli ordinativi di macchinari su base mensile hanno fatto segnare un calo tre volte superiore alle stime degli analisti. Parziale supporto è giunto da richieste di
azioni legate all’export, sulla scia dell’attuale debolezza della valuta locale.
( a cura di cornerbanca.com)


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