Sembra oramai imminente l'aumento delle aliquote di tassazione sulle rendite finanziarie al 20%. Oggi l'Italia tassa le differenze di valore tra prezzo di vendita e di acquisto al 12,5%, la più bassa tra le aliquote europee. Ci sembra quindi un provvedimento decisamente accettabile, anche se dubitiamo molto che produca un gettito importante sia perchè la propensione ad investire in azioni potrebbe marginalmente diminuire, sia perchè il recupero di minusvalenze fiscali pregresse (consentito per cinque anni) rappresenta ancora la regola più che l'eccezione per larga parte degli investitori italiani. In alternativa a pagare una tassazione secca del presumibile 20% sulla plusvalenza, aderendo al regime di risparmio amministrato (il che vuol dire che la banca fa da sostituto di imposta) si può optare per portare le plusvalenze in dichiarazione dei redditi, Opzione sensata se si hanno nel periodo anche minusvalenze, che a questo punto diventano deducibili, e se il coefficiente di tassazione sul proprio Unico è inferiore al 20%. |
29-08-2022
Azienda che capitalizza meno del suo fatturato e ha una posizione finanziaria equilibrata
|
15-04-2019
Bpm colloca una obbligazione richiamabile ogni cinque anni con cedole semestrali delL'8,75%: le banche le emettono quando non riescono a fare aumenti di capitale
|
10-04-2019
Quando succede vi saranno meno euro in circolazione
|
08-04-2019
Qualcosa di profondamente irrazionale sta succedendo sui mercati obbligazionari e vedrà correzioni violente: questa la settimana forse decisiva per le sorti delle valute
|
04-04-2019
Secondo il Financial Time già forse a partire dalla prossima riunione del dieci, la BCE potrebbe annullare la tassa implicita che le banche pagano sui loro depositi presso l'istituto centrale. Poco meno di duecento miliardi di euro già depositati dal sistema bancario, che potrebbero aumentare con questa idea. La carenza di euro in circolazione aumenterebbe molto e dovrebbe senza indugio spingere l'euro al rialzo e scoraggiare le grandi fusioni bancarie
|